Artisti: Denilson Baniwa, Moara Brasil, Pedro Victor Brandão, Yhuri Cruz, Odaraya Mello
Curatoria: Laura Burocco
Abuja, Nigeria Ottobre 2020
La mostra contempla il dibattito in corso sulla decolonizzazione dei musei e il recupero di storie negate e nascoste. Si apre con una presentazione di Denilson Baniwa alla 33a Bienal de SP. L'artista indigeno crea una potente risposta ad un discutibile lavoro di curatela presentato da un artista bianco alla stessa biennale. La critica si espande in modo creativo nel lavoro prodotto da Moara Brasil, un'altra artista indigena, che intraprende un viaggio alla ricerca della propria identità attraverso un viaggio nei ricordi di famiglia. Entrambe le opere dell'artista afro-brasiliani Yuri Cruz e Odaraya Mello affrontano la loro realtà di africani in diaspora facendo riferimento alle religioni afro-brasiliane. Cruz presenta "il monumento a Oxalá", un'entità afro-discendente dal brasiliano Candomblé. Con il suo lavoro rimanda alla idea del monumento occidentale attraverso la sua resignificazione in quanto brasiliano afro-discendente. L'opera di Mello mostra la misurazione di un tempo che porta a un seguito e ad un percorso di appartenenza a culti religiosi di origine africana. Queste opere di artisti indigeni e afro brasiliani dialogano con il lavoro fotografico dell'artista bianco Pedro Victor Brandão che mette in discussione quello che si presume essere 'civiltà', il valore del denaro e l'idea di furto. La serie di Brandão fa riferimento al sistema capitalista su cui si basa la civiltà occidentale, l'illegalità e la mancanza di rispetto implicite in tale sistema.
